5.07.2008

Babel di Alejandro González Iñárritu

Per: “l’angolo del film consigliato dal Boe”, questa volta voglio parlarvi di un film che mi è piaciuto molto, e che ho visto per caso, e forse a non averlo ancora visto ero solo io.
Situazione:
Zapping furioso e annoiato con il decoder di Sky, tra un “già visto”, “che palle” , “per carità no!”, finisco su di un film Chiamato “Babel”, è iniziato da sei minuti, ma poco male mi dico, vediamo di cosa parla…
E qui cambio tono perché il film a mio giudizio merita di essere visto, la trama è originale anche se non innovativa in senso assoluto, si tratta di quattro storie che unite da un filo conduttore più o meno solido, descrivono situazioni reali ma che accostate paiono quasi irreali.
Come al solito non vi narro tutto altrimenti non lo vedrete mai, comunque in breve si racconta di una coppia di americani che si trovano su di un pullman turistico in Marocco, all’improvviso la moglie viene colpita da un colpo di fucile sparato da (seconda storia) due ragazzini, che lo fanno per gioco, per vedere se è vero che un proiettile può andare veramente tanto lontano. A casa la coppia ha lasciato i figli con la badante messicana, la quale, a loro insaputa, ha portato in Messico i bambini per poter assistere al matrimonio del figlio( terza storia). Il fucile protagonista della vicenda apparteneva ad un giapponese, la cui figlia è un’adolescente sordomuta (quarta storia). E’ un film in cui non accade nulla se non il precipitare degli eventi, piccole cose portano a grandi sciagure, il tutto in un contrasto culturale quasi grottesco.
Ogni situazione è vista nel contesto in cui nasce, e se ad una prima analisi può sembrare che alcune cose siano slegate, ben presto ci si rende conto che al di là delle mere differenze culturali, sociali, economiche etc. c’è un filo conduttore drammaticamente reale, e cioè il dolore, qui rappresentato come vero protagonista, esso infatti è universalizzato, poiché in ogni contesto raggiunge il suo apice, e non viene da chiedersi quale sia il più grande, perché è palese che per ognuno dei protagonisti la sofferenza è tangibile, che sia improvvisa o culminante poco importa. In fondo è un film che racconta la vita, niente di quello che accade è impossibile, e pone davanti al pensiero che in un breve attimo, noi o qualcun altro per noi, potrebbe prendere la decisione sbagliata, precipitandoci in un incubo. Bella la fotografia, sempre netta a delineare i contrasti, sottolineata da un audio essenziale e fortemente emotivo, che regala emozioni, semplicemente sottolineando quelle che il film ci trasmette, enfatizzandole. C’è solitudine, paura, e tanto dolore, ma anche amore, molto più di quello che potrebbe sembrare fin qui, è un amore reale perché scaturito dal dolore, sua eterna antitesi in ogni aspetto della vita.

1 commento:

Axia ha detto...

interessante...
sembrerebbe uno dei quei film che mi piacciono da morire...
Scaricherò--- scaricherò--- ^^