1.08.2010

2010, l'anno della candela

Il nuovo anno incomincia adombrato da nubi che preannunciano tempeste future e violenti temporali nell'immediato. Diciamo che le premesse non sono buone, tra vita privata e lavorativa non siamo messi al meglio, anche se sono sempre conscio che può sempre peggiorare, mi chiedo...ma quand'è che migliorerà?
La verità è che avrei voglia di riconquistarmi una fetta di passato, anche se sono conscio che non si può, e che quello che agiva allora era solo qualcuno che assomigliava a quello che sono ora, e con me, anche le altre persone.
Il tempo, la vita, cambia chiunque, è giusto, inevitabile, e solitamente si migliora, come il vino, mentre altre si diviene aceto. Manca qualcosa, e temo che non ci sarà più quella sensazione di appartenenza, di sicurezza, uno stato d'animo che fungeva da protezione contro tutto e tutti. Certo, ora ho imparato a difendermi dal mondo da solo, ma ogni cosa ha il suo prezzo, e chi può dire se ho pagato il giusto? di sicuro ciò che è fatto resta immutabile e finchè non sapremo prevedere il futuro con certezza, continueremo a sbagliare.
Alzo gli occhi verso il cielo che piange incessantemente lacrime invernali, quelle stesse lacrime che non solcano il mio volto da tempo, e non perchè non ve ne sia motivo, ma semplicemente perchè la mia soglia del dolore si è spostata, la corazza è più dura, e la spada più affilata. Del resto era necessario per sopravvivere, era necessario uccidere una parte di me, persino rinunciare al mio sogno più grande, semplicemente venendo a patti con la realtà, lasciando accesa solo una piccola flebile speranza, una piccola fiammella di candela nascosta in una stanza remota della mia anima, giusto così, per non restare completamente al buio.