4.27.2013

On Mars And return! (parte prima)

Dopo un tempo misurabile solo in ere geologiche eccomi ad aggiornare il blog. Lo faccio perchè sono riuscito a realizzare un piccolo sogno, finalmente sono riuscito ad andare in Giappone! Prima solo un'idea vaga, poi lentamente si è formato qualcosa di più concreto, e così è iniziato lo studio della società giapponese, la lingua, alcuni cenni fondamentali e un botto di anime e musica. Non è stato tutto improvviso è semplicemente sbocciata una passione da sempre latente e che in varie occasioni aveva fatto capolino, tra le varie fiere del fumetto o la filmografia completa di Godzilla. Emozionato ma un pò spaventato ho deciso per un tour organizzato, conscio dei limiti della cosa e del costo esorbitante, ho preferito questa soluzione perchè viaggiare da solo in terra marziana mi spaventava non poco, di certo non sarei morto, ma il rischio era di perdere un sacco di tempo per muoversi finendo poi con il non vedere praticamente nulla. La faccio breve, arriva il giorno della partenza, è il mio primo viaggio così lontano da casa, la prima volta in un viaggio intercontinentale, la prima volta in un paese in cui pare che l'inglese serva a poco e niente, ed il mio giapponese va poco oltre al classico "scusi, dov'è la stazione?". Un sacco di prime volte insomma, ma nonostante io sia una persona sostanzialmente ansiosa mi ritrovo invece con una serenità quasi totale, la voglia di andare supera di gran lunga qualsiasi altra considerazione. La prima tratta da Malpensa a Francoforte dura pochissimo, mi sembra di prendere un autobus. A Francoforte dovrei incontrare l'accompagnatore del gruppo...mah, stendiamo un velo pietoso sulla vicenda, diciamo solo che mezz'ora prima della partenza ancora non si era visto per cui ho deciso di imbarcarmi e alla peggio l'avrei incontrato in albergo a Tokyo. Il viaggio di circa 11 ore è lunghetto, mi sparo tre film, una puntata di "the big bang theory" in lingua originale e per il resto gioco con il tablet o mangio, eh si, pare che si mangi di continuo, ed il menù e decisamente orientato al Giappone, non malvagio ma la pasta fredda mi chiude sempre un pò, tuttavia tra le varie cose ecco la prima cosa giapponese che volevo provare, un Onighiri (sono agglomerati di riso triangolari ripieni di qualcosa e con sopra un'alga nori usata per tenerlo in mano senza sporcarsi e per salare un pò) ripieno di qualcosa che poteva essere salmone, mi aspettavo di più, ma forse giocava anche il fatto che fosse freddo da frigo, mi ero ripromesso di provarli poi in Giappone ma per motivi vari non ci sono riuscito. Alla fine l'interminabile viaggio si conclude, nel frattempo si era fatto vivo l'accompagnatore, "posteggiamo" l'aereo più grande che io abbia mai preso e finalmente metto il mio piede sul suolo giapponese. Tempo di recuperare altri membri del gruppo e poi ci dirigiamo verso l'immigrazione, dove l'accompagnatore da buon italiano ci fa mettere in coda dove c'è chiaramente scritto "Japanese passport only", glielo facciamo notare ma pare non ascoltarci, alla fine la signorina del banco lo rimbalza, mi scambio un'occhiata con una coppia del gruppo, abbiamo già un sentore di cosa ci aspetta, ed è confermato dalla frase successiva "eh va bé ragazzi ci ho provato, se ci andava bene non facevamo la fila", eh già, è molto probabile che accada. Ad ogni modo dopo circa 45 minuti finalmente "immigriamo", i paralleli con la politica del "dentro tutti" italiana li lascio perdere. Recuperiamo i bagagli ed il passo successivo è convertire la prenotazione del bus navetta in un biglietto vero e proprio, espletata quest'ultima formalità ci muoviamo verso la banchina, finalmente sono fuori all'aria aperta "l'aria di Marte è respirabile!" penso tra me e me, non so se sto sorridendo esternamente, ma dentro lo sto decisamente facendo. Una gentilissima ragazza giapponese ci accoglie alla banchina, prende le nostre valigie appone un adesivo di riconoscimento e ci consegna una ricevuta, poi le mette in perfetto ordine da un lato, "quanta efficienza" penso, dopo pochissimo arriva il bus ed un altro ragazzo per caricare i bagagli, saliamo e ci accomodiamo, su di uno schermo girano le informazioni riguardanti le fermate e apprezzo che siano sia in giapponese che in inglese (a dire il vero erano anche in coreano, ma poco m'importava). Partiamo e non appena il bus si muove i due addetti alla banchina si inchinano lentamente, "eh si, sono proprio in Giappone!". Per i restanti cinquanta minuti di viaggio non faccio che guardarmi attorno come un bambino che vede il mondo per la prima volta, cerco di leggere tutte le scritte che non contengono Kanji, osservo le cose più minuziose, noto che i camion sono pieni di cromature e che molti autisti usano i guanti, noto anche che non hanno poster di donnine svestite in cabina ma per il resto hanno un sacco di boiate come da noi, osservo le auto e vedo che sono piene di schermi, uno è sicuramente il GPS, l'altro pare trasmettere i programmi TV, il che spiegherebbe quelle strane antenne trasparenti con led blu che sono presenti su molte auto, ed il terzo non so, forse è quello del computer di bordo. Più ci avviciniamo a Tokyo e più vengo distratto dagli edifici, sempre più alti, spendenti, moderni, e poi ecco arrivare la baia, lì da qualche parte c'è il Gundam gigante, sfortunatamente è una delle mie "mete mancate". Arriviamo troppo presto per avere le camere così molliamo giù le valigie e ci avventuriamo tra le vie attorno all'albergo, siamo vicinissimi alla stazione di Shinjuku e praticamente all'inizio del quartiere dei divertimenti notturni, la città che non dorme mai. Girovago a casaccio un pò frastornato, distratto dalle insegne, dagli sfavillanti edifici dove si gioca a Pachinko, decine di ristorantini, e giapponesi ovunque, corrono qui e là e sono come me li aspettavo, un misto di uomini in giacca e cravatta e donne in Tailleur, misti a studenti e studentesse vestite alla marinara, penso "ecco sembra di essere in un anime che è a sua volta finito dentro a Blade Runner", poi di sera con le luci questa sensazione aumenterà esponenzialmente. Viene il momento del primo pasto giapponese, è circa l'una e comincio ad avere fame, e anche sonno perchè sono circa 20 ore che non dormo, comunque l'eccitazione mi tiene desto. Obiettivo:Ramen! Son venuto qui ed intendo assaggiare un vero ramen, in giro ci sono molti posti in cui mangiarlo, ma non ho ancora girato abbastanza per saperlo, ci sono ristoranti con in vetrina belle riproduzioni in plastica di piatti di Ramen che paiono gustosi, ne individuo uno ma non ci vado subito, voglio girare ancora un pò, se non trovo altro, quella sarà la mia meta. Avendo praticamente un piano B posso ora permettermi di perdere un pò di tempo, cammino lentamente e osservo "gli indigeni", non letteralmente eh, non gli Ainu, ma i giapponesi, loro sanno sicuramente dove andare. Alla fine individuo un bel postaccio, meno elegante del precedente sembra proprio il posto adatto a me, una specie di fast food del Ramen, dentro un paio di coppiette ma per il resto persone singole che divorano Ramen e pasticciano con lo smartphone. Entro, ma non mi oriento subito, non capisco se devo pagare prima oppure ordinare, fortunatamente entra un salarymen, gli cedo volentieri il mio posto e osservo quello che fa, ora è tutto chiaro, da un tabellone scegli il tipo di ramen che vuoi, io lo prendo con gamberetti, carne e uovo, poi come nel più classico dei selfservice puoi aggiungere ingredienti a piacere, io ci butto qualcosa che sembrano uova liofilizzate e un pò di alghe per insaporire, infine si aggiunge acqua calda o fredda a piacimento. Il mio primo vero Ramen, e l'ho pagato poco più di tre Euro! Mi gusto il mio pasto più con lo spirito che non con il palato e poi esco a girovagare un pò. Verso le due riesco ad antrare in possesso della camera, poso i bagagli e poi mi affretto ad andare in bagno, no, non avevo un'urgenza di quel tipo, volevo solo verificare un altro mito...eh si, c'era, il mitico water giapponese, con tavoletta riscaldata e bidet incorporato, foto di rito, poi avviso casa che sono vivo, ed è finalmente il momento di provare questa magica toilette. Vi dirò, in genere a parte la pasta, la cosa che mi manca di più in viaggio è il mio water, dico sul serio, è il senso di intimità e relax che mi dona a mancarmi, non di certo le sue qualità intrinseche, ma in questo viaggio proprio non è successo, e non capisco perchè aggeggi di quel tipo non si diffondano ovunque, in quel campo secondo me sono arte pura! :-) Sono quasi le quattro, vorrei uscire nuovamente ma sono a pezzi, opto per un sonnellino, punto la sveglia alle sei e mi abbandono a Morfeo. Al risveglio una doccia veloce e poi di nuovo fuori, tra le luci, le tantissime persone, sempre più Blade Runner, vicino alla stazione una ragazza canta per strada su di una base e poco più avanti due ragazzi con la chitarra acustica strimpellano, è tutto magico, mi perdo tra i suoni, le luci, la gente, troppo, perchè viene tardi ed io non ho ancora cenato, molti ristoranti non accettano più ordinazioni e alla fine entro in un fast food giapponese (MOS Burger), non è mcDonald ma ci manca poco, mangio veloce e poi a malincuore torno in albergo, sono distrutto e l'indomani inizia il tour vero e proprio.