2.14.2006

Memorie dal crepuscolo

Turbina verso l'infinito, gira su se stesso e non accenna a giungere da qualche parte, voglio scendere, stasi inutile e deleteria, mi stai uccidendo lentamente senza farlo veramente, comodo fiaccare lo spirito, per indebolire la carne. Non c'è alba, solo crepuscolo perenne, un sole che non tramonta per non sorgere mai, cosa posso/devo fare per tornare ad esistere con la E maiuscola? mi sento sempre più trasparente, sfumato e sfocato, voglio tornare a sentirmi vivo o vorrei non esserlo affatto, stupida ombra incapace di interagire con il mondo esterno, provo dolore, fintanto che resterà vivido in ogni momento delle mie giornate, saprò che una parte di me starà ancora lottando, ma per quanto? quand'anche quest'ultima scintilla si sarà smarrita, spenta, cosa resterà di me? carne pensante, arida, fredda come landa nordica. Combattere lo sfacelo, il "disfacimento", dopo tutti questi anni forse comincio a rendermi conto che da solo non posso farcela, nonostante le ottime vittorie in innumerevoli battaglie, alla fine, la guerra sarà persa....la speranza non alberga più qui, non oggi, nè ieri nè il giorno prima....chissà se mai vi ritornerà?

2.08.2006

Il rumore del silenzio

Oggi non va, meno di ieri.
Sfruttando una pausa lavorativa, dopo 9 giorni di lavoro continuato, due serate devastanti e l'inventario, ecco finalmente il riposo.
Oggi avrei dovuto fare un tot di cose, ma ne ho fatte un decimo, perchè d'impulso, senza neppure accorgermene, ho puntato la macchina in direzione del lago, ed eccomi posteggiare ad Orta. Nei week end, è un brulicare di gente, ma in inverno e soprattutto in settimana, tutto taceva.
Quasi nessuno per le strette vie antiche, i rari passanti camminavano con passo svelto e silenzioso. Pareva che tutta la vita si svolgesse con il più rispettoso dei silenzi. A pochi passi dalla piazza centrale ci si ritrova praticamente soli con se stessi e seduto su di un apanchina della "camminata lungolago" si è davvero isolati dal mondo, ad un passo dall'acqua, cheta, immobile, rilassante e riflessiva. Ho pensato a tanto e non ho pensato a niente, ho scoperto che il silenzio può essere rumoroso, e che la dimensione quotidiana in cui vivo, è solo un palliativo per non affrontare la triste realtà. Essere, ho passato anni a cercare di Essere, e con il tempo ci sono riuscito, va bene così, e poi Fare, tante cose, pur di non pensare, a cosa? al fatto ceh sono ciò che vorrei essere (come persona) ma è innegabile che sia solo, e che probabilmente vi rimarrò, ecco a cosa si pensa in riva ad un lago d'inverno.....

2.07.2006

Kill me now or give me a chance

Immoto eppure fluente, il tempo passa, le cose accadono, ma nulla pare cambiare, nel senso che nonostante i singoli eventi si stacchino dalla monotonia, rendendo più gradevole il lento scorrere del tempo, in realtà nulla cambia. Da un lato è un bene, se non migliora, è anche vero che non peggiora, e siccome parto da un livello ben lungi dalla disperazione, potrebbe sembrare un traguardo, in realtà per me è solo un punto di partenza.
Questa sera sono riflessivo, mentre la Scabbia (non la malattia, ma la cantante) mi guarda, sexy e oscura, dal mio desktop, si riassume il tutto. Una foto......una foto è il ritratto di un attimo, la si può ritoccare, renderla meno noiosa, e si può farlo anche tutti i giorni, con ottimi risultati se si è bravi, ma la foto non vive, non è che un ricordo, mentre la vita scorre e la candela brucia. Mi chiedo spesso ultimamente cosa e dove sarò tra qualche anno, e ancora, tra qualche decennio? sarò un vecchio solo e irritabile, arrabbiato con il mondo che finirà per lasciarsi vincere da qualche malattia curabile con un pizzico di volontà, oppure un soddisfatto patriarca che gozzoviglia con la propria progenie al pranzo della domenica?
E che ne sarà della gente che conosco adesso? vedrò le ombre del mio passato, innamorate mai possedute, sposarsi con altri ed essere felici o fintamente felici? amici/nemici nelle stesse condizioni? Domande senza risposta coome al solito, ma in uan serata come questa, i pensieri galoppano a braccetto con le paranoie.