9.17.2006

Per boschi

Ieri sera dopo aver riaccompagnato la mia amica sarei dovuto tornare a casa, del resto la serata l'ho volutamente chiusa presto perchè ero stanco. Invece no, mi ritrovo a puntare il Ticino di Cameri, percorrendo strade buie e solitarie in auto, fino al posteggio. Scendo, faccio qualche passo tra gli alberi, e mi appoggio ad uno di essi. Pochi istanti dopo lascio che le lacrime si confondano con la pioggia, in verità leggera, in quello che è un pianto sommesso di sfogo. Scatenato da cosa? da tutto e da niente, ma principalmente da quel vuoto che sento dentro, un vuoto profondo che fa male, forse troppo. Non lo controllo facilmente, ma la vita continua, su quel vuoto ho costruito attorno il mio bel castello fatto di cose, persone, interessi, letture, musica etc. Solitamente tutto ciò è sufficiente, anche se la consapevolezza di quel vuoto non mi abbandona mai. Ci sono giorni invece, dove tutto si fa più vivido, il mio umore cambia, e vorrei allontanare tutto e tutti da me, anche solo per qualche ora, tanto, nessuno di loro può colmare quello spazio. E si, alcune sere mi rendo perfettamente conto che sto per esplodere, e così decido di bere più del solito, perchè si, avete ragione, i problemi non svaniscono, il giorno dopo il vuoto è ancora lì, ma per qualche ora me ne dimentico. Fortunatamente non capita spesso, ma non accetto morali. Il pianto è solitario poichè nessuna spalla si erge a sostegno, probabilmente è meglio così....
Certo, ciò mi ha causato qualche problemino di stomaco, perchè evidentemente devo aver preso freddo, ma convengo che ne valesse la pena, infatti oggi sto meglio

9.03.2006

"A" come Amore "I" come ipocrisia

E così è andata, matrimonio che ha rasentato la perfezione in più occasioni, tutto bello, regolare e tranquillo. E si è visto l'amore, quello che ha la "A" maiuscola, quello che i soliti detrattori definiscono transitorio, lo so, ne sono a conoscenza, è inevitabile, ma può restarne abbastanza per vivere alla grande. E se non dovesse andare a finire bene? bah, spiacerebbe, ma davvero, chi rinuncerebbe alla felicità estrema per semplice paura? Molti credo, ma si può davvero dire di aver vissuto così? io credo di no, o perlomeno, per me non è così.
Mi sembra sempre di parlare della stessa cosa, la mancanza di amore, volontà, e un sacco di altre cose, credere...è così difficile? sperare...è così sbagliato?
Ci sono giorni in cui le vecchie cicatrici bruciano, il cuore sanguina e gli occhi lacrimano, in silenzio, come al solito, a meno di non pensare che questo blog sia rumore, ma...per la gente che ci viene direi che al massimo può essere un sussurro appena percettibile.
La vita è difficile, e le persone pare facciano di tutto per complicarsela (io in primis, ma lo faccio solo perchè sto male, perchè vorrei che fosse diverso). E' difficile essere me, per una serie innumerevole di motivi, perchè soffro ma non lo dico, perchè amo e non serve a niente, perchè nonostante gli errori e le relative lezioni, ci sono cose in cui ricado ciclicamente, i sentimenti sono per me incontrollabili, è da un lato credo che sia giusto farli uscire, ma dall'altro ogni volta scopro che ne ricevo solo dolore, ed il senno di poi è una magra consolazione.
Chi sarà la prossima che s'insinuerà nei miei sogni? pronta a sconvolgermi brevi attimi di vita? salvo poi ricadere nel baratro fatale nel quale puntualmente mi ritrovo a lottare per risalire.
Non ci sono risposte, ma una certa noia si, succede sempre la stessa cosa, il copione ha stufato.
Si avvicina l'autunno, sul finire del quale putualmente una stella appare ad illuminare il mio cielo oscuro e vuoto, ma puntualmente scopro che quella stella non brilla per me, anzi, forse neanche brilla. Intanto il tempo passa...ridete di me, forse me lo merito, perchè non ho capito come si vive in questo dannato mondo.